LOTTA ALLE MAFIE RACCONTATA DAI RAGAZZI -Nuova Edizione -ACQUISTO IN PREORDINE

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In questo volume si affronta il fenomeno mafioso partendo da una riflessione storica e da una domanda fondamentale: perché tra il Settecento e l’Ottocento, mentre in Europa i “ladri di polli” – i criminali comuni – sono rimasti tali fino ai nostri giorni, in Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, si sono trasformati in mafie?

Secondo il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, da anni sotto scorta, le mafie italiane esistono perché, paradossalmente, create o alimentate dalla stessa classe dirigente. Per comprenderne le origini occorre tornare a prima dell’Unità d’Italia, quando il Sud era sotto il regime borbonico.

Questo libro ripercorre i “tanti passi” della mafia e la sua espansione nel mondo attraverso le epoche storiche, fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’obiettivo di guidare i giovani nella conoscenza e nella comprensione di un fenomeno tanto complesso quanto pericoloso. L’intento è quello di aiutarli a riconoscere l’importanza di crescere nel rispetto di valori fondamentali come legalità, onestà e trasparenza, condannando ogni forma di corruzione e compromesso.

Il percorso proposto parte dal celebre impegno pronunciato durante la veglia funebre di Giovanni Falcone e conduce alla necessità di promuovere un’educazione alla legalità, da attuare nelle scuole e nella vita quotidiana. Il volume accompagna i lettori alla scoperta di figure emblematiche della lotta alla mafia, come Peppino Impastato e i suoi “100 passi” – la distanza che separava la sua casa da quella del boss Gaetano Badalamenti – lungo i quali maturava le sue riflessioni sull’aggressività e sulla violenza dei mafiosi, che iniziò a denunciare attraverso la sua Radio Aut. Per questo fu sequestrato, picchiato, legato ai binari e fatto esplodere con sei chili di tritolo per simulare un suicidio.

Il racconto si estende anche alla vita della giovane Rita Atria, cresciuta in una famiglia mafiosa e apparentemente destinata all’illegalità. Con grande coraggio, Rita scelse invece di ribellarsi a un sistema ritenuto invincibile. Odiata dalla sua famiglia e “dai mafiosi perché aveva osato spezzare il codice secolare dell’omertà”, divenne, appena diciassettenne, una delle prime giovanissime testimoni di giustizia. Le sue rivelazioni furono decisive nella lotta alle cosche, e nel giudice Paolo Borsellino trovò una figura di riferimento e conforto, un secondo padre.

Dopo la strage di via D’Amelio, in cui il giudice e la sua scorta persero la vita, Rita, sopraffatta dal dolore e dalla solitudine, decise tragicamente di togliersi la vita. Restano le sue parole, lasciate nel diario, come eterno monito per le nuove generazioni:

“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare? Forse se ognuno di noi provasse a cambiare, forse ce la faremo.”

A Rita, che fece della ricerca della giustizia lo scopo e l’ispirazione della propria vita. A Rita, la più nobile e pura delle anime.

A rafforzare il valore di questo lavoro contribuiscono le voci di esperti di storia, pedagogia e psicologia, insieme al prezioso sostegno di Elena Daddi, Presidente del Comitato per la Legalità “5 Dicembre”, fondato da numerosi Comuni della provincia di Como.

Questo volume racconta la mafia ai ragazzi e li invita a riflettere ed esprimersi attraverso attività didattiche mirate, presentate nella terza parte del libro, per educare e sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto, alla legalità e alla lotta contro le mafie.